mercoledì 24 luglio 2013

il mattinale   mercoledì 24 luglio 2013


il taglio dell'acqua

Sono 202 i residenti senigalliesi cui l'anno scorso è stata tagliata l'acqua per non avere pagato la bolletta. Prontamente - e giustamente - il Comitato per l'Acqua Pubblica è tornato a ricordare il fondamento giuridico per cui l'acqua non è solo un bisogno, ma anche un diritto di tutti; che dunque non può essere "tagliata" e che anzi deve essere fornita gratuitamente nella quantità minima vitale che è stata stabilita dall'OMS.
In attesa che il Consiglio Comunale si converta a questi giusti principi della cittadinanza, l'esecutivo comunale dovrebbe comunque agire per quello che ad esso compete. 
Infatti il nostro Comune si viene a trovare nella doppia, contrastante situazione di chi da una parte è socio del Consorzio che taglia il servizio e dall'altra deve garantire buone condizioni igieniche in tutta la città. Gli è dunque d'obbligo - sia pure con tutte le riserve che richiede la privacy - che conosca i dati di tutte le utenze che non hanno più la disponibilità di acqua potabile. 
Che profilo sociale hanno i loro titolari?
- può essere che qualcuno si sia dimenticato di pagare la bolletta e nel frattempo abbia provveduto;
- può essere qualcuno che temporaneamente si trova in  difficoltà economiche;
può essere che si tratti di persona che stabilmente si trova in condizioni di indigenza.
Per ciascuna di questi casi si dovrebbe rilevare l'occorrenza e una linea di intervento. 
E' evidente che se la fornitura viene sospesa in uno dei tanti appartamenti non abitati che ci sono nella nostra città non è necessario intervenire come invece si dovrebbe quando è una casa abitata a non disporre dell'acqua. 
In questo secondo caso, immagino che il pubblico dovrebbe provvedere in qualche modo: individuando le singole necessita, come già detto; e poi controllando lo stato di effettiva indigenza dell'interessato e provvedendo nel caso in modo sostitutivo col il pagamento della bolletta. Diversamente, non resterebbe che chiedere l'intervento dell'ispettore sanitario.
Perché la comunicazione comunale non si cura di farci sapere come stanno andando le cose? 


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