Il
mito dell'unità e la pluralità del movimento
L'uso
della parola meetup nel Movimento 5 Stelle non significa una cosa
sola, ma tre o quattro.
1)
un programma telematico generalista di incontro di persone su temi e
affinità: “Fai qualcosa, condividi qualcosa”;
2)
il programma prescelto in prima istanza dal M5S per consentire ai
cittadini di discutere, informarsi, compiere azioni ispirate ai temi
del MoVimento;
3)
il gruppo locale del M5S: per esempio “il meetup di Lucera”,
ossia l'insieme dei partecipanti e/o simpatizzanti del movimento di
Grillo di quella città;
4)
ogni tipo di incontro dei grillini, anche live. “Domani sera
teniamo un meetup al Rosciolo, venite numerosi”.
Fin
dal primo momento in cui ho partecipato alle attività di un Meetup 5
Stelle, nell'ottobre del 2012, ho sempre pensato che questo strumento
fosse molto utile in due direzioni:
-
creare al proprio interno un clima di condivisione fervida e attiva
tra persone magari diverse, ma tutte interessate a uno stesso
programma di rinnovamento intelligente, onesto, robusto, sincero, del
quadro politico italiano;
-
raccogliere le mille e mille possibili forme della cittadinanza
attiva in tutta la loro feconda diversità, in un'unica rete.
Sono
subito rimasta meravigliata quando, in una delle prime riunioni, fu
proposto che di tre meetup esistenti con centro a Senigallia, si
riteneva farne uno solo. Perché ci dovrebbe essere un solo meetup
per città? Se il meetup è quello che è giusto pensare, i meetup
dovrebbero essere tanti: tanti meetup diversi, tanti cittadini attivi
per lo stesso obiettivo del rinnovamento.
Del
resto le indicazioni che provenivano da Grillo e Casaleggio erano
proprio queste: aprire meetup dappertutto, in ragione delle
iniziative dei cittadini, senza alcun accenno al limite di uno per
città. Il fatto che i meetup non venissero riconosciuti come nuclei
del MoVimento 5 Stelle incoraggiava proprio questa pluralità. Perché
i cittadini avrebbero dovuto incontrarsi tutti nello stesso posto, se
i cittadini sono tanti e le loro situazioni e necessità tante e
tanto diverse? Era nella rete che si sarebbe unificato l'apporto di
tutti, e nelle liste la politica di tutti, non nell'unicità dei
meetup.
Le
vicende della partecipazione, però, mi hanno consentito di capire
abbastanza presto che molti meetup oggi non vengono utilizzati per
quello che sono nello spirito del MoVimento, ma in molti casi come un
nucleo organizzativo simile a quello dei partiti: l'appesantimento
del non-regolamento che fa da guida all'intero M5S, la costituzione
di gruppi dirigenti locali, i processi di selezione ed esclusione
delle persone, la pretesa di essere soli e unici accreditati alla
lettura del messaggio di Grillo ne sono prove correnti. Si direbbe
che in molti meetup questo messaggio non si sia colto.
A
questo si aggiunge che anche dallo staff del MoVimento non sono
arrivati i necessari chiarimenti; anzi, i messaggi che arrivano sono
anch'essi contraddittori (almeno così a me sembrano). Perché anche
da parte loro il meetup locale viene considerato il fondamento su cui
si può innestare una lista; non serve dunque sottolineare che
vengono certificate le liste e non i meetup. Loro vogliono i figli di
una sola madre; e quando le madri sono più di una, Salomone taglia
(e a questo punto fa anche bene, ma non bisognerebbe arrivare a
questo punto).
È
ben vero che ci sono meetup molto avversi tra loro; ma è anche vero
che proprio la corsa alla certificazione della lista inacerba i
contrasti. Se si fosse mantenuta una forte pluralità di meetup
sarebbe stato molto più facile formare liste: elenchi di persone
autoproposte scelte su votazione da tutti i meetup presenti nell'area
interessata al fatto elettorale. E anche i supposti pericoli di
entrismo e infiltrazione sarebbero stati minori nella pluralità dei
meetup. In questa situazione i partiti che vogliono impedire al
MoVimento di essere presente alle elezioni locali sanno cosa devono
fare: o fanno partire un meetup loro stessi, o ne fanno partire un
altro a fianco. Lasciando crescere tanti meetup ispirati alle cinque
stelle, invece, questo non sarebbe successo e né potrebbe succedere;
perché l'unicità crea dualismo e problemi, il molteplice invece
cerca l'insieme e li risolve.
Ora
la funzionalizzazione dei meetup unici alla formazione di liste sta
producendo molti effetti indesiderabili per il MoVimento. Pur ridotta
negli importi percepiti, la carriera nel M5S è comunque
desiderabile. Chi vuole fare carriera nel M5S allora cerca di
controllare le persone del meetup e le loro attività; per farlo
organizza livelli partecipativi privilegiati ai quali promuove i suoi
sostenitori (ne bastano pochi quando il brand corre) o promette loro
di farlo; inversamente cerca di liberarsi dei concorrenti
diffamandoli o più direttamente buttandoli fuori. Avviene anche che
alcuni meetup ne rendano altri vassalli, in altre città,
condizionando la loro libera espressione e l'armonia della
collaborazione.
In
questo modo il meetup non rientra più in nessuna delle quattro
accezioni che gli danno un senso nel MoVimento, ma entra difilato in
una quinta categoria, seppure non confessata:
5)
Il meetup è una cellula, non riconosciuta come tale ma come tale
operante, nella distribuzione territoriale del MoVimento 5 Stelle.
Il
risultato finale della trasformazione del meetup in cellula, mentre
ne enfatizza da una parte l'importanza, dall'altra finisce per
inaridire enormemente la potenziale biodiversità del MoVimento. Chi
si fa chiamare “cittadino” per fluidità e assimilazione col
cittadino totale, sa in realtà che sta formando una
“metacittadinanza”. Le file dell'attivismo vengono gerarchizzate,
e in questo modo staccate dalla semplicità diretta della
cittadinanza vera. Il piacere di collaborare tra persone che si
stimano viene sostituito da obblighi impliciti alla militanza e alla
sopportazione. Sinistra e destra rinascono nel contatto e nel
contrasto dei rispettivi modi e mentalità.
E'
un vero peccato che questo succeda in un movimento che accende tante
speranze in un deserto totale di speranza. Vorrei veramente che
l'intero MoVimento si rendesse conto del possibile insabbiamento
della navigazione. Io sono per la fluidità della rete e la pluralità
delle voci. L'illusione dell'unità è in realtà il principio di
soffocamento della diversità e della singolarità di ciascuno; la
forza del movimento è quella di essere tanti e di contare ciascuno
perchè siamo diversi e il coordinamento (non l'unità) è facile e
immediato nella rete.
L'unità
è nel mito del militarismo (“l'unione fa la forza”) e in quello
del comunismo (proleari di tutto il mondo unitevi”); ma il
pensiero contemporaneo sa che l'unità-unicità è fragile e che la
bio-diversità, anche culturale, è vitale e concreto.
L'unità
vera è nell'insieme delle differenze. Bisogna essere organismi
diversificati per trovarsi intimamente integrati nella diversità.
Il movimento è plurimo per natura, e la natura è innanzitutto
movimento. Unicità e stasi sono morte.
Catia
Fronzi
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